Il territorio del Parco Nazionale Val Grande come laboratorio di lettura e interpretazione diacronica del paesaggio
La Val Grande, intesa nella sua connotazione di "città estiva", di spazi coltivati, di alpeggi "caricati", è ormai silente da decenni.
E attraverso il momento del silenzio, ci rammenta Eugenio Turri, si ha il senso dl tempo: "così nel silenzio, nell'auscultazione delle voci profonde della natura, ci scopriamo improvvisamente assoggettati al tempo e alla storia, non solo in quanto esseri viventi, ma soprattutto - ciò che più conta - in quanto agenti trasformatori della natura e costruttori di forme. Le quali durano sin da quando non decidiamo, spinti dall'ansia di un presente insaziabile, che esse vanno sostituite con nuove forme
".
Così il paesaggio della Val Grande osservato oggi, privo di attività, esprime, nel suo essere silente, la sua essenza di spazio connotato di segni e sedimentazioni entro una natura che, nella sua fissità/evoluzione ci lascia percepire i fili del tempo.
La metafora letteraria della "città estiva"(Vanni Oliva) lascia dunque il posto alla concretezza del paesaggio percepito oggi nel suo intreccio tra il passato e il presente, ma anche alla lettura di quella "invisibilità" d'azione di edificatori di paesaggi rurali (richiamati da Carlo Cattaneo, e da Eugenio Turri poi, passando per Emilio Sereni), attori del passato che ci introducono ai tempi lunghi della storia, che danno sostanza storica al paesaggio.
Editore: Parco Nazionale Val Grande
Collana: DOCUMENTA
A cura di: Claudia Cassatella
Anno: 2016
Pagine: 224
Formato: 22 x25,5 cm
Prezzo: 14,00€ |